Il sindacato della Commissione europea Conf.Ir ha lanciato un appello ai politici delle regioni Emilia-Romagna affinché si uniscano a Piemonte e Lombardia nella concessione della tessera sanitaria agli statutari delle Istituzioni europee residenti in Italia. Questo problema sta causando preoccupazione tra i dipendenti dell’Unione Europea che vivono e lavorano nel paese.

In un’intervista, il presidente di Conf.Ir, Marco Gemelli, ha spiegato che attualmente i dipendenti dell’UE residenti in Italia beneficiano di una copertura sanitaria attraverso il Joint Sickness Insurance Scheme (JSIS), che però presenta limitazioni e massimali che possono risultare penalizzanti in caso di gravi patologie o interventi complessi. D’altra parte, le regioni Lombardia e Piemonte hanno riconosciuto la validità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano per questi dipendenti.

Gemelli ha evidenziato l’incongruenza tra il sistema JSIS e il SSN italiano, sottolineando che i dipendenti dell’UE che usufruiscono del JSIS hanno una copertura limitata rispetto a quella garantita ai cittadini italiani e europei residenti in Italia. Questa situazione crea una disparità di tutela sanitaria che va contro il principio di inviolabilità del diritto sancito dalla Costituzione italiana.

Il presidente di Conf.Ir ha sottolineato l’importanza del SSN italiano nella tutela della salute dei dipendenti dell’UE, affermando che il sistema dovrebbe essere integrato con il JSIS per garantire una copertura sanitaria adeguata. Ha anche evidenziato le discriminazioni che sorgono da questa situazione, sia verso i cittadini italiani e stranieri residenti in Italia che sono dipendenti dell’UE, privati dei diritti costituzionali e con una minore tutela sanitaria, sia verso i cittadini di altri Stati UE residenti in Italia che usufruiscono del JSIS e del sistema sanitario nazionale dei loro paesi di origine senza restrizioni.

Gemelli ha concluso affermando che è essenziale mantenere la continuità della copertura sanitaria per preservare la tutela dei dipendenti dell’UE e la credibilità delle Istituzioni europee. Ha sottolineato l’importanza di coinvolgere le organizzazioni sindacali nel processo decisionale e garantire una comunicazione e trasparenza adeguata con il personale.

Conf.Ir continua a lavorare per trovare una soluzione condivisa che tenga conto delle complessità di questa situazione, sperando di ottenere buone notizie per i dipendenti dell’UE residenti in Italia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *